Amref Health Africa è un’organizzazione internazionale non governativa sanitaria nata circa 60 anni fa, lavora in 35 paesi africani con 160 progetti ed ha sedi sia in Europa che in Nord America.
Quali sono state le strategie gli strumenti digitali adottati da Amref in questo periodo di emergenza sanitaria?
Lo abbiamo chiesto a Roberta Rughetti, Head of Programs presso Amref Health Africa-Italia, che abbiamo avuto il piacere di ascoltare durante la tavola rotonda sulle strategie e gli strumenti digitali organizzata da Alecsandria.
Roberta ci racconta che Amref in Italia ha una sede principale a Roma con 40 persone; a Milano è presente con una sede operativa e a Padova e Pisa ha due rappresentanze territoriali. In fase di lockdown tutti gli uffici sono stati chiusi ma si è continuato a lavorare a pieno regime escludendo qualsiasi forma di sospensione lavorativa tipo cassa integrazione o fondo di solidarietà.
Questo perché, ancor prima della chiusura di marzo, erano stati promossi dei progetti collegati al welfare aziendale, tra cui l’iniziativa di lavorare in smart working una volta a settimana; erano quindi già stati scelti e attivati gli strumenti digitali, in particolare VoIP e Teams, per mantenere le comunicazioni con l’esterno ed una connettività tra colleghi anche da casa.
Poi oltre l’Italia ci sono i contesti dove Amref opera, che sono appunto i paesi africani. Anche qui sono state adottate misure di contenimento del contagio e di lock down soprattutto per la fragilità della situazione esistente e la difficoltà di far fronte ad ulteriori emergenze per le cure e le terapie intensive. Ma le attività di Amref non sono state mai interrotte bensì sono stati rimodulati gli interventi dell’organizzazione.
Nei paesi dell’Africa orientale ed in particolare in Kenya, dove c’è il quartier generale di Amref, già da un paio di anni era stata promossa la formazione on line per gli operatori sanitari di comunità che sono le figure “ponte” tra le zone remote ed i sistemi centrali, attraverso un’applicazione digitale creata da Amref. Nel periodo pre covid l’app sviluppata da Amref aveva già all’attivo 35.000 operatori e 75.000 iscritti, ma c’è stato un forte incremento degli utilizzatori in fase di lock down, anche grazie all’intervento del governo del Kenya. Infatti il 24 aprile il ministero della salute ha diffuso una nota rivolta a tutti gli operatori sanitari sul territorio, invitandoli a scaricare l’app di Amref ed iscriversi ai corsi di formazione a distanza (40 ore settimanali della durata di 4 settimane).
Oggi si sta esportando questo modello di lavoro anche in Africa occidentale soprattutto in Senegal, ma anche in Malawi, Uganda, Zambia ed altri paesi.
Questa emergenza sanitaria è stata sicuramente un acceleratore che ha aiutato Amref a superare quelle difficoltà che spesso si incontrano per firmare protocolli con le autorità locali, accedere a fondi economici e a mobilitare risorse.
La tecnologia in questo caso è un aiuto importante per ridurre il divario tra la formazione e le esigenze del sistema sanitario.
Qui di seguito un video tratto dalla tavola rotonda dove il focus viene spostato dalla gestione dei progetti all’attività di fundraising