Metaverso: chi controlla?
Nel precedente articolo “Metaverso: quali rischi?” abbiamo parlato degli spauracchi maggiori riguardo la privacy e la sicurezza nel Metaverso e ci siamo lasciati con una domanda: chi controllerà tutto questo e in che modo?
Uno degli aspetti più rilevanti del Metaverso riguarda i “vincoli di sorveglianza”, ossia la regolamentazione e il controllo di tutte le attività e comportamenti illegali e non-etici (già elencati nel precedente articolo).
Meta/Facebook ha previsto che ci vorranno circa 10 anni per completare la sua visione di Metaverso; un tempo necessario per mettere in atto tutte quelle regole e strumenti necessari per garantire la privacy e la sicurezza degli utenti.
Sono tre gli strumenti sui quali si sta lavorando
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Segnalare comportamenti inappropriati
Possibilità per l’utente di registrare (su un dispositivo personale) ciò che avviene intorno a lui e segnalare l’esperienza negativa a un centro di controllo o di polizia virtuale.
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Personal Boundary
Dotare l’utente di un confine personale, una zona di sicurezza personale inviolabile con una protezione di circa 1 metro virtuale di diametro entro cui nessuno può entrare per interagire. In sostanza se qualcuno prova ad entrare nello spazio personale di un avatar, il sistema interrompe ogni suo movimento e lo fa sparire per farlo ricomparire solo quando è rientrato nei confini previsti. Meta ha già proposto la sua funzione di Personal Boundary, che impedisce l’interazione tra avatar a meno di un metro l’uno dall’altro. Il Personal Boundary viene già definito come “il nuovo Galateo del Metaverso”.
Per chi volesse approfondire l’argomento, consigliamo la lettura dell’articolo su Digital Wellbeing “Sicurezza nel metaverso: 5 aspetti da considerare” e dell’articolo su Libero “Cos’è il confine personale nel metaverso di Facebook”
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Intelligenza Artificiale
Sfruttare le potenzialità dell’AI per individuare comportamenti illegali e non-etici (per esempio un avatar di un uomo che con comportamenti sospetti diffonde ideologie estremiste e radicali, promuovendo l’odio e l’incitamento).
Per chi volesse approfondire consigliamo la lettura dell’articolo su Wired “Il lato oscuro del metaverso, tra sorveglianza e molestie”.
Chi saranno però i controllori?
L’INTERPOL, cioè l’Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale, si è già mossa in tal senso ed ha presentato, alla 90esima Assemblea generale dell’Interpol a Nuova Delhi, il primo Metaverso progettato specificatamente per le forze dell’ordine. Gli agenti delle varie forze dell’ordine internazionali possono studiare, all’interno del loro Metaverso controllato (nel quartier generale del Segretariato generale dell’INTERPOL con sede a Lione, in Francia, senza alcun confine geografico o fisico) le modalità operative delle menti criminali (frode, violenza, minacce, spaccio, terrorismo…) e analizzare anche nuovi tipi di crimini che nascono all’interno del Metaverso.
L’INTERPOL ha anche stilato un primo elenco dei crimini che potrebbero spostarsi nel mondo virtuale. Si parla di crimini contro l’infanzia, frodi finanziarie, furto di informazioni, falsificazione di documenti, violenza sessuale e molestie, terrorismo. E’ un elenco molto lungo ed una sfida epocale.
Per approfondire leggi l’articolo su El Output “La polizia del metaverso esiste e ha tutto il senso del mondo”.